Arte...."uniforme"!
Mi indigno, protesto e se serve mi strappo anche i capelli, perchè?
Quest'anno ottenuti gli agoniati punzoni ho deciso di affacciarmi nel mondo dell'oreficeria romana e così, uscito il "bando di concorso" per la MOSTRA DEGLI ORAFI ED ARGENTIERI ROMANI "DESIDERI PREZIOSI" definita vetrina d'eccellenza dell'artigianato romano, ho mandato la mia richiesta e fin qui nulla da eccepire, per quanto, si presume che l'eccellenza venga vagliata da una giuria di "esperti" e che quindi la partecipazione sia subordinata ad un dimostrato valore qualitativo del percorso artistico e lavorativo dei partecipanti e non certo dal "chi primo arriva.." come succede! (per quanti non lo sapessero vengono ammesse le prime 72 aziende che presentano regolare richiesta entro i termini!), detto questo si arriva all'allestimento della vetrina dopo aver presentato presso il fotografo il manufatto realizzato per il concorso.
Il modus operandi che adotto per le mie creazioni, generalmente, coinvolge non solo le mani ma anche la testa e, per questo, spesso accompagno ogni mia "creatura" con due righe scritte che, per me, sono parte integrante dell' opera....ho scoperto che, evidentemente, o l'oreficeria continua ad essere catalogata come arte minore, come mestiere e non, diversamente da come mi è stato insegnato, come prodotto dell'ingegno, mezzo d'espressione artistica e culturale o io non sono un orafo (a questo punto la spiegazione più probabile, vista anche la poca esperienza tecnica data da soli cinque anni di pratica!) perchè non solo non viene contemplata alcuna scheda descrittiva ed esplicativa che accompagni il gioiello e quindi mi chiedo:" la giuria valuta gli elaborati esclusivamente da un punto di vista tecnico ed estetico? E come si fa a capire solo così se si è rispettato il tema dato?...Mah!".
Mi si comunica che l'allestimento delle vetrine prevede determinate condizioni che, garantiscano, l'uniformità d'esposizione!! Mi sono vista così eliminare titoli e spiegazioni che accompagnavano il mio progetto. L'uniformità nell'arte? Perchè? E se ogni museo che si rispetti, ogni esposizione riporta accanto alle opere esposte, siano esse sculture, dipinti o qualsiasi altra installazione, titolo, tecnica e descrizione dell'opera perchè non lo si deve fare anche in questa occasione? Mi sono sentita rispondere che per "uniformità" non si può, anzi sono stata rassicurata sulla qualità del mio lavoro (un bracciale da uomo che riproduce lo sviluppo orizzontale della meridiana posta di fronte all'Ara Pacis) che, veniva addirittura proiettato e "sfumato" con l'immagine del Colosseo, a loro dire "..bellissimo" e che c'entra il Colosseo con l'Ara Pacis? E con l'imperatore Augusto?.. Beh certo, entrambi sono visibili durante una bella passeggiata per Roma!! Ecco qua, io mi allambicco, studio le fonti, cerco un senso che, così facendo, rimane comprensibile solo per me e vedo il mio lavoro completamente travisato! Modesto parere il mio ma a questo punto avrei potuto prendere uno qualsiasi dei gioielli da me creati in questi anni e spacciarlo per qualcosa rispondente al tema, tanto si comunica, si e no, un titolo!
Se questa è l'eccellenza atta a sdoganare l'artigiano dal banchetto e dal chiuso del suo laboratorio, l'alta qualità che possa anche essere d'insegnamento a chi si accosta ad una vetrina di una qualsiasi bottega e per una volta non guardi solo il cartellino del prezzo o l'ultima uscita del brand di turno pubblicizzato ma rifletta ed apprezzi il connubio inscindibile di mano e mente, le suggestioni di un'idea, di una visione da cui scaturisce qualcosa di tangibile beh, forse è meglio disertare manifestazioni di questo genere!!
